- Elena Abbagnano
La Grecia che non ti aspetti: le Meteore

Se parliamo di Grecia, ci vengono in mente tante cose: l’acqua cristallina, le casette blu e bianche, l’acropoli di Atene, lo struggente addio di Ettore e Andromaca, il ponte ventoso del traghetto, suvlaki, tatsiki, e chi più ne ha, più ne metta. Sicuramente non vi vengono in mente antichi monasteri sospesi su torri rocciose.
E invece dovrebbero. Perché in Tessaglia, nella parte più continentale della Grecia, si nasconde uno dei posti più suggestivi della terra, un esempio di come uomo e natura possono esistere insieme, valorizzandosi a vicenda.
Ma partiamo dall’inizio, dalla seconda metà del 1400 per l’esattezza. Quando i monaci ortodossi perseguitati dall’impero Ottomano, si avventurarono in posti remoti e inespugnabili per nascondersi. Posti difficile da raggiungere, più o meno come una meteora in cielo. In realtà i primi eremiti avevano trovato le Meteore già nel nono secolo, quando i turchi perseguitavano i cristiani, ma i monasteri che oggi possiamo ammirare e che addirittura sono ancora attivi vanno fatti risalire a diversi secoli più tardi.
Le rocce su cui i monasteri vengono costruiti sono collegati tra loro e alla terra con corde e scale rimovibili, un luogo perfetto (oltre che per nascondersi) per cercare la solitudine e la meditazione.
Oggi, dei ventiquattro monasteri delle Meteore sei sono ancora attivi e abitati. Quattro monasteri sono riservati agli uomini mentre in due vivono anche le donne. Tutti si possono visitare, ognuno secondo i propri orari e i propri accessi. È una visita veloce, che difficilmente dura più di mezz’ora.

Per me, la parte straordinaria di questo viaggio è fermarsi tra un monastero e l’altro, in mezzo a un ponte sospeso magari, o dall’alto di un punto panoramico, e in silenzio ammirare il panorama che per secoli ha indotto e induce ancora i monaci alla meditazione.
I monasteri sono collegati tra loro da una lunga strada da percorrere a piedi, chiamata monopatia: si tratta degli antichi sentieri per i monaci quando la strada asfaltata ancora non esisteva. Ma per i moderni ci sono alternative più semplici, come la bicicletta o addirittura la macchina, senza perdere l’emozione di fare a piedi l’ultimo, suggestivo tratto che dalla terra ti porta sospeso nel monastero.
I monasteri in questo momento aperti al pubblico sono Agios Nikolaos (San Nicola), Agios Stefanos (Santo Stéfano), Aghia Triada (Santa Trinità), Gran Meteora, o monastero della Trasfigurazione, Roussanou, o di Santa Barbara, Varlaam e il monastero di Ypapanti.
Visitarli tutti nella stessa giornata è difficile non tanto per una questione di distanza, quanto di orari: ognuno segue i propri, quindi verificate prima di mettervi in marcia che il monastero che state raggiungendo sia aperto.
È una visita che costa molto poco: ogni ingresso costa tre euro, il parcheggio per le macchine è gratuito. Per le donne c’è una piccola difficoltà in più: per entrare devono avere ginocchia e spalle coperte. E d’estate non è così semplice, arrampicarsi per le montagne tutte coperte. Per fortuna all’entrata di ogni monastero ci sono gonne e sciarpe disponibili gratuitamente.
Per questo posto magico, assolutamente non vale la regola visto uno, visti tutti: ogni monastero nasconde qualche interessante segreto, come gli affreschi bizantini, le funi usate per calare provvigioni e anche essere umani, vetrate, ponti di legno. In comune hanno solo una cosa: la vista. Che non stanca mai di togliere il fiato.